Settore Giovanile - Counseling Sportivo: MODI NUOVI E SISTEMICI DI COMUNICARE TRA ALLENATORE E GIOCATORI
Iniziato con lo staff tecnico del Settore Giovanile Venezia FC il percorso formativo di approfondimento, utile a fare sempre più spazio, oltre a tutto ciò che è l’aspetto tecnico del calcio, anche e soprattutto alla crescita umana dei ragazzi e dei loro allenatori.
La tematica affrontata ha portato un vento di curiosità e novità nei riguardi di nuovi modi di comunicare tra tecnici e atleti.
Arrivata leggermente in anticipo rispetto al mio intervento, ho potuto assistere per qualche minuto alla riunione interna dello staff, dalla quale ho immediatamente percepito un team pronto, preparato e disponibile al lavoro di gruppo finalizzato soprattutto al miglioramento personale al servizio di un futuro calcisticamente stimolante per ognuno dei propri atleti.
Come dire un buon cross! Ecco allora che, palla al piede, ho presto dato il via ad un giro di passaggi che hanno allargato il gioco in orizzontale, in un crescendo di ritmo e di interscambi fino a realizzare nel globale anche la finalizzazione, sì, intendo almeno un goal, quel tipo di goal che ti dà la certezza della buona prestazione.
Quando il gruppo che hai davanti è professionalmente preparato la comunicazione fluisce più semplicemente e si possono toccare aspetti particolarmente raffinati, come è accaduto, appunto, durante questa formazione.
Ho potuto dunque introdurre loro le sequenze sensoriali, un gancio molto molto utile per imparare a comunicare al meglio con ogni singolo (e diverso) componente della propria squadra e, grazie alle curiose e motivate domande da parte degli allenatori presenti, la comunicazione sistemica: pochissime parole, alcune semplici posizioni e consapevolezze, ed inizia a fluire un modo completamente nuovo di guardare alla propria esperienza in campo, fuori per quanto possibile dal giudizio, presenti e recettivi al momento “sacro” dello scambio.
L’allenatore del settore giovanile è un ruolo di grande sensibilità, di innata passione per i “piccoli” e di splendida opportunità per l’incontro di crescita reciproca tra allenatore e giocatore. Ma sempre al servizio di qualcosa che avverrà nel futuro, possibilmente calcistico, e dunque inchinato a ciò che il domani prospetterà, al ragazzo e al coach.